“Il bambino nasce dentro di noi molto prima del concepimento.
Ci sono gravidanze che durano anni di speranza, eternità di disperazione”
(Marina Ivanovna Cvetaeva)
Infertilità e domande esterne
“Come mai non hai un figlio alla tua età?”
“Non ti sembra ora di fare un figlio?”
“Quanto stai aspettando per restare incinta?”
“Hai figli?”
Queste sono solo alcune delle domande che spesso le donne si sentono fare. Soprattutto dai 30 ai 40 anni.
Queste sono le domande verso le quali ci si sente spiazzate perché non si riesce mai a trovare la risposta giusta. Il risultato è un mix di emozioni e sentimenti. Da un lato la rabbia e dall’altro la tristezza e la malinconia. La rabbia perché ci si trova di fronte all’insensibilità esterna, la tristezza perché in un attimo tornano in mente tutte le sfide affrontate, gli esami, i test, le paure.
Infertilità e sentirsi in un limbo
La sensazione più comune nelle donne che vivono l’infertilità è quella di sentirsi in attesa in un limbo. Senza che vi sia un tempo stabilito affinchè questo stato possa cambiare.
Ci si sente un po’ nel mezzo. Nel mezzo dell’attesa, della speranza, dell’accettazione, delle aspettative, della ripresa, della perdita.
Nelle mezzo di emozioni altalenanti che cambiano anche notevolmente all’interno di una stessa giornata o di una sola ora.
Le 10 parole più comunemente associate al vissuto di infertilità sono:
- frustrazione
- isolamento
- solitudine
- desiderio
- speranza
- fragilità
- lacrime
- perdita
- rabbia
- paura
Infertilità e riconoscimento
Non sempre è facile spiegare tutto questo a chi non lo sta vivendo. Questo è uno dei motivi principali che scatena un forte senso di solitudine e di incomprensione.
D’altra parte è anche vero che non sempre esternamente c’è il giusto ascolto e la corretta comprensione.
Purtroppo nel pensiero comune la gravidanza viene ancora considerata come una cosa che dipende esclusivamente dalla volontà della coppia. Si pensa che sia sufficiente provarci per riuscirci in maniera del tutto naturale e immediata. E invece non è così!
Vengono spessissimo sottovalutate tutte le difficoltà che si possono incontrare nel momento in cui si decide di diventare genitori. A volte per ingenuità, a volte per ignoranza, a volte perché non si guarda oltre la propria esperienza.
Prenditi cura di te
Se stai affrontando questa difficoltà puoi chiedere aiuto e sostegno psicologico.
Non è sbagliato quello che stai provando, insieme ad un professionista potrai lavorare su diversi scopi e obiettivi.
In primo luogo si potrà lavorare sul cercare passo dopo passo di accogliere la nuova te stessa e a ridisegnare una immagine del tuo corpo che possa essere realistica ma anche soddisfacente. Certe volte questo percorso di accoglienza acquisisce anche la forma di un percorso di perdono e riappacificazione di un corpo percepito come “malfunzionante”.
In secondo luogo può essere utile un lavoro di rinforzo dell’autostima circa le tue caratteristiche e di rinforzo della fiducia nelle tue capacità e potenzialità.
Non vergognarti di chiedere aiuto!
Una risposta
Buongiorno, è strano quanto faccia ancora male dentro, leggere queste parole e ripensare alle sensazioni che hanno fatto parte della mia vita per così tanto tempo. È come se fossero rimaste sempre lì, sepolte dalla necessità di dover andare avanti per non crollare.