Dolore acuto e dolore cronico: differenza
Quando si parla di dolore è possibile distinguere tra acuto e cronico.
Il dolore acuto è un dolore temporaneo che funziona come un segnale d’allarme lanciato dal corpo nel momento in cui si trova in una situazione di pericolo. In questo modo il corpo comunica che qualcosa non funziona, che stiamo rischiando un danno e che è quindi necessario trovare un rimedio.
Un esempio di dolore acuto può essere quando appoggiamo la mano troppo vicino al fuoco: la sensazione di dolore ci comunica di allontanarci dal pericolo.
Il dolore cronico, invece, è una situazione più complessa ed articolata in quanto il dolore iniziale si è cronicizzato fino a diventare esso stesso una vero e proprio sintomo. È un dolore che temporalmente supera i 3 mesi e perde la funzione di “allarme” del dolore acuto.
Spesso le persone che soffrono di un dolore cronico di qualunque tipologia, vivono un estremo disagio che si riflette sulla qualità della loro vita. Inoltre le situazioni di dolore cronico sono aggravate da fattori emotivi e sociali che frequentemente peggiorano il quadro globale di sofferenza.
Componenti del dolore cronico
Il dolore cronico è certamente un’entità molto complessa che provoca sofferenza e disagio in chi lo vive. Lo stimolo doloroso che apparentemente viene percepito solo a livello corporeo è in realtà il risultato di 3 componenti:
- la componente fisica e sensoriale (dovuta al danno del corpo)
- la componente psicologica governata dalle emozioni (consapevolezza psicologica del dolore, stati di paura, di ansia e di tensione)
- la reazione della nostra personalità alla situazione globale (significati attribuiti al dolore o alla malattia e conseguenze sulla qualità della vita).
Quando una persona sente dolore la componente sensoriale e fisica è sicuramente quella che inizialmente causa maggiore disagio e preoccupazione. Con il passare del tempo e con l’intervento delle componenti psicologiche, la sofferenza rischia di peggiorare e di andare ad interferire con le condizioni esistenziali della persona.
Capita così che la componente fisica risulta notevolmente peggiorata dagli aspetti psicologici e dalle reazioni della persona di fronte al dolore.
Tali dimensioni sono totalmente soggettive e dunque variano a seconda delle persone e a seconda del momento in cui il dolore si manifesta. Esse determinano lo stato di sofferenza percepita indipendentemente dal livello dello stimolo fisico e corporeo che causa il dolore.
A dimostrazione di questo, infatti, è noto come si possa provare un forte dolore anche senza apparenti cause fisiologiche o organiche e come, viceversa, si possa non provare un dolore intenso nonostante siano presenti cause fisiologiche evidenti.
Prenditi cura di te
Se stai affrontando questa difficoltà puoi chiedere aiuto e sostegno psicologico.
Non è sbagliato quello che stai provando, insieme ad un professionista potrai lavorare su diversi scopi e obiettivi.
In primo luogo si potrà lavorare sul cercare passo dopo passo di accogliere la nuova te stessa e a ridisegnare una immagine del tuo corpo che possa essere realistica ma anche soddisfacente. Certe volte questo percorso di accoglienza acquisisce anche la forma di un percorso di perdono e riappacificazione di un corpo percepito come “malfunzionante”.
In secondo luogo può essere utile un lavoro di rinforzo dell’autostima circa le tue caratteristiche e di rinforzo della fiducia nelle tue capacità e potenzialità.
Non vergognarti di chiedere aiuto!