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Poliabortività

Anche un singolo aborto per quanto precoce è un lutto. Nella poliabortività c’è una ripetizione dell’esperienza dolorosa che causa un accumulo di sofferenza insieme a sentimenti di distacco, colpa, inadeguatezza. È come vivere un trauma, su un trauma, su un trauma!

Definizione

Si parla di poliabortività quando si presentano più di due aborti consecutivi oppure alternati. Per aborto si intende l’interruzione di gravidanza entro circa la 22ª settimana. È definito aborto spontaneo completo quando vi è presenza di espulsione spontanea dell’embrione o del feto, aborto spontaneo ritenuto quando non vi è espulsione e quindi sono necessarie tecniche di raschiamento. Entro la 5ª settimana si parla di aborto pre-embrionale, tra la 6ª e la 9ª di aborto embrionale, dalla 10ª alla 25ª di aborto fetale.

È fondamentale quando si vive una condizione di poliabortività andare ad indagare i motivi e le cause mediche per potersi dare una risposta ed alleggerire i sensi di colpa.

Conseguenze psicologiche

Una delle prime cose che una coppia, che vive la condizione di un aborto, percepisce come difficoltà psicologica riguarda il confronto con le frasi pronunciate dal mondo esterno. Frasi come “non stressarti”, “non pensarci”, “andrà bene la prossima” o la peggiore di tutte “è la natura che sceglie” allargano in un secondo la ferita già enorme che la coppia vive nella propria anima.

Quando ci si trova di fronte ad un aborto, il dolore spesso è immediato, dopo un prima momento di smarrimento ed incredulità. La gioia e l’entusiasmo provati alla scoperta della gravidanza svaniscono come in una nuvola di fumo, lasciando subito posto a emozioni di sofferenza, colpa, svuotamento. Si vive un vero e proprio trauma, esattamente come per qualunque altra perdita e qualunque altro lutto. Non si deve sminuire e si deve cogliere l’importanza di poter dare voce alle proprie emozioni e paure.

Il lutto deve avere modo di essere elaborato con i giusti tempi e con i giusti mezzi.

Quello che succede dal punto di vista mentale è che ogni volta si vive una speranza che invece viene interrotta violentemente andando a contribuire alla costruzione del trauma. La percezione può essere, ad un certo punto, proprio quella di perdita della speranza. Capita frequentemente che la coppia costruisca, in seguito ad un aborto, delle difese per prevenire la sofferenza di possibili ulteriori fallimenti. Queste difese non permettono di vivere in modo sereno e felice le eventuali gravidanze successive che rischiano di essere vissute con una dose esagerata di distacco.

Come dicevo all’inizio il confronto con l’esterno è cruciale. Trovare una buona comprensione che non contempli le frasi fatte, aiuta molto a non isolarsi e a non ritirarsi socialmente.

La voce delle coppie

“Continuo a pensare di essere io il problema”, “Ti si apre un senso di vuoto e di solitudine interiore”, “Non posso dimenticare”, “Forse mi merito quello che mi sta accadendo”, “”Il mio corpo non funziona, sono inadeguata”, “Il male ti strazia dentro”.

Da queste semplice frasi emergono due punti cruciali: il senso di colpa e di inadeguatezza. È normale vivere tali sensazioni. È normale sentirsi in colpa per qualche momento e pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato per meritarsi questi vissuti. È normale sentirsi diversi perché il proprio corpo non riesce a supportare una gravidanza come i corpi delle altre donne. È normale il confronto. Però è ingiusto verso voi stessi non elaborare questi pensieri. È ingiusto non dargli espressione e forma. È ingiusto non accettarli. È ingiusto cercare di obbligarsi a dimenticare. Ma soprattutto è ingiusto non chiedere aiuto e sostegno.

Non siete soli

Il primo consiglio riguarda certamente la possibilità di concedervi qualunque tipo di emozione, senza vergogna e senza giudizio. Insieme potremo lavorare per elaborare il vostro lutto e il vostro trauma, dando “un senso” a quanto state vivendo per evitare che diventi qualcosa che possa impattare in maniera eccessivamente negativa sul vostro futuro. Possiamo capire come farvi sentire più sicuri nell’affrontare il mondo esterno e nel rispondere alle frasi fatte degli altri, senza che questo vi provochi eccessiva sofferenza. Potremo inoltre riflettere insieme sul vissuto di fallimento affinchè non limiti le vostre azioni successive.

Ricordate: non è colpa vostra se state vivendo un trauma!

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