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Prematurità

Piccoli ma nello stesso tempo grandi. Fragili ma contemporaneamente forti. Entrambi: i bambini e i loro genitori!

Definizione

Si parla di prematurità quando un bambino nasce prima della 37ª settimana di gestazione. Viene definita nascita estremamente a pretermine quando il bambino nasce sotto la 28ª settimana, nascita molto pretermine tra la 28ª e la 31ª settimana, nascita moderatamente pretermine tra la 32ª e la 33ª settimana e nascita a tardo pretermine tra la 34ª e la 36ª settimana.

In Italia si stima che i neonati pretermine siano circa il 10% rispetto alle nascite totali, quindi 1 bambino su 10. Sebbene se ne parli ancora molto poco, è una condizione meno rara di quello che si può pensare.

Non è solo questione di peso. Certo il peso è inferiore rispetto ai bambini nati a termine ma a questo si aggiunge il fatto che questi bambini non hanno ancora completamente sviluppato organi e apparati. Sono bambini che ancora non sono pronti e preparati per affrontare il mondo esterno. Richiedono cure dedicate e particolari nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale. Le cause della prematurità possono essere diverse e dipendere da problemi legati alla gravidanza, allo stato di salute della mamma o alla condizione di salute del bambino.

Difficoltà psicologiche

Sebbene se ne parli poco, sono svariate le emozioni difficili ed i vissuti psicologici che sperimentano i genitori di bambini prematuri nei primi mesi ed anni di vita dei loro figli.

Spesso le donne si trovano inaspettatamente a passare dalla gravidanza al parto in maniera improvvisa. Certamente si parla di bambini prematuri, ma anche i genitori diventano tali in un tempo più breve di quello che avevano immaginato e per cui si erano preparati. Si diventa genitori prematuri!

Il momento dopo il parto è un ulteriore momento che causa sconcerto e sconforto. La mamma si trova ad avere partorito senza possibilità di avere vicino il suo bambino. Vedere il proprio piccolo in Terapia Intensiva è un altro difficile passo da affrontare. Le emozioni in questa situazione sono molto varie: dallo scoraggiamento all’impotenza, dal senso di colpa alla frustrazione, dall’inutilità alla tristezza. La paura più grande è quella di non riuscire a creare il legame e la relazione che si vorrebbe creare dal primo istante.

Accanto a tutti questi aspetti emotivi troviamo anche la difficoltà di dover completamente affidare il proprio figlio nelle mani del personale sanitario. La sensazione è quella di vedere il proprio bambino come indifeso di fronte agli eventi che gli girano intorno. A questo si aggiunge un senso di inutilità nel non poter essere sempre presenti in reparto per monitorare e vegliare su di lui. Questa difficoltà si trascina anche nel momento in cui finalmente i genitori possono portare il bambino a casa. Dopo diverso tempo trascorso in ospedale, la coppia tende quasi a sentirsi sbagliata o inadatta a prendersi cura del proprio bambino paragonandosi alle cure fornite dal personale specializzato.

Infine a causare ulteriore disagio psicologico, contribuiscono i pareri e i consigli del mondo esterno che spesso i neogenitori si sentono dare. Purtroppo frasi del tipo “si ma tanto vedrai che crescerà”, tendono a fare più male che bene. I genitori di fronte a pensieri di questo tipo possono sentirsi incompresi e soli rispetto a quello che stanno affrontando.

La voce delle coppie

“Mi sono trovata senza pancia e senza bambino”, “Vedevo mio figlio completamente indifeso”, “Il cervello non mi si spegne mai, sempre acceso”, “Non puoi fare nulla se non stare lì a guardare”, “È stato come essere sempre attaccati a un filo”, “Ti senti impotente nel sostenere tuo figlio”, “Avevo paura di romperlo quando lo prendevo in braccio”, “Ci si sente di essere come sulle montagne russe”.

Queste poche frasi riassumono bene le percezioni dei genitori che si trovano di fronte alla prematurità del proprio bambino. Il senso di impotenza, la paura, la sensazione di non poter mai riposare. Spesso l’idea è proprio quella di stare lottando una battaglia contro il tempo. Comprendere di poter avere bisogno di ascolto, comprensione e sostegno, senza vergogna e senza giudizio, è il primo gesto di amore che una coppia di genitori può fare verso se stessa e verso la loro nuova famiglia.

Non siete soli

Poter parlare delle proprie emozioni esprimendo ogni timore e ogni dubbio è certamente un elemento fondamentale per poter affrontare con maggior serenità la situazione che state vivendo. Potrà servirvi elaborare il vissuto di pericolo e di trauma che avete potuto percepire durante le fasi del parto e subito dopo il parto. Insieme possiamo dare voce alle vostre sensazioni cercando di inquadrarle e di renderle anche utili per la vostra futura vita familiare. Posso offrirvi sostegno psicologico in ogni fase del percorso che vi trovate a vivere.

Ricorda: non puoi stare vicino e aiutare tuo figlio se nessuno sta vicino e aiuta te!

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